mercoledì 16 aprile 2008

Cricetizzazione

Un giorno, negli uffici scientifici della University school, alcuni scienziati stavano testando su dei criceti una formula che li farà diventare più intelligenti.
Un giorno il professor Rossi si trattenne al lavoro per suoi motivi.
Quando stava per fare la puntura su un criceto, sbagliò la mira e si punse.
La mattina dopo si svegliò e gli sembrò tutto molto più grande del solito. A un certo punto si guardò allo specchio e vide che si era trasformato in un criceto! Nella sua mente scorreva solo preoccupazione, perché non sapeva come fare con li suo lavoro.
Però sapeva che se non si sarebbe presentato, lo avrebbero licenziato.
Allora prese i fogli degli esperimenti e corse in ufficio stando attento a non essere spiaccicato dalle auto. Quando arrivò in ufficio si sistemò al suo posto di lavoro. I suoi colleghi rimasero scioccati dal vedere un criceto al computer, allora lo presero e lo misero nella gabbietta degli animali da esperimento.
La notte riuscì a evadere dalla gabbia per trovare una soluzione alla cricetizzazione. Iniziò a mescolare sostanze chimiche, ad un certo punto arrivò lo scienziato più giovane perché aveva dimenticato di spegnere il computer, e vide il criceto, il quale dallo spavento mollò le ampolle causando un’esplosione.
Lo scienziato lo prese e il piccolo roditore che tentò di, gesticolare, a un certo punto lo scienziato prese la siringa per ingniettagliela, però il criceto tornò normale.
E da quel giorno i criceti furono i suoi animali preferiti.

Elisa e Gaia

Fiabe, filastrocche, storie e modi di dire dell'antica Treviso

PIÈRO SE VOLTA

C’era una volta,
Piero se volta,
casca na sopa
Piero se coppa,
casca un sopon
Piero se fa un rabalton.
Oppure
Ghe jèra ‘na volta
Pièro se volta,
casca ‘na sopa
Pièro se copa,
casca un sopòn
Pièro a tomboeòn,
casca ‘na rosa
Pièro se sposa,
casca ‘na mastra de late,
Pièro se lava ‘e cueàte


*


Me nona se aveva e rode era una carioa


*

La befana ven di notte
con le scarpe tutte rotte
il vestito da furlana (o da romana)
viva viva la befana


*

STORIA BEÒRIA

Storia beòria
mussa contòria
el prete soto ‘a zésta
‘a storia xe questa
e mai no ‘ase desbiga
vuto che te ‘a conta
vuto che te ‘a diga?

Còntemea!

No’ se dise “Còntemea”
parchè questa xe ‘a storia beòria
de ‘a mussa contòria
el prete sotto’a zesta
‘a storia xe questa
e mai no ‘a se destriga
vuto che te ‘a conta
vuto che te ‘a diga?

Dimea!

No’ se dise “Dìmea”
parchè questa se a’storia…

*

Questa, invece, è una filastrocca inventata da noi:

C’ era una volta un petìn
che andava a’ passeggio con a nona;
a’ nona gli fece fare una capria
ma lui invece fece un rabalton.
La nona, allora, se arrabbiò
e gli diede un ceffon.
Allora il petìn se ne andò, arrabbiao.

Angela e Eleonora

mercoledì 9 aprile 2008

Il giorno dei morti

Nei paesi della Gran Bretagna c’era una festa maledetta dal diavolo. Era la festa del giorno dei morti e ogni 25 novembre le tombe si aprivano ed uscivano mostri di ogni tipo: zombie, scheletri, fantasmi, professori di matematica… e in quel giorno arrivava anche il diavolo con il suo animale: il Ciupacabra.
Stava formando un esercito di mostri pronti per assalire la città di Re Kaio dell’ Est.
Ma un bel giorno arrivò un eroe di nome conte Lasdret che spazzò via il diavolo con tutto il suo esercito.
Da quel giorno il 25 novembre non fu più un giorno maledetto.

Marco A.

L'orecchio mangiauomini

C’era una volta un orecchio gigante che mangiava gli uomini.
Un giorno, un cavaliere di nome Lopipero decise di sfidarlo ma essendo ubriaco (10 bottiglie di whisky) morì sbranato dall’orecchio.
Un’altro cavaliere ci provò ma l’orecchio gli mangiò la mano.
Passarono molti giorni e un valoroso cavaliere di nome Pollinopos uccise l’orecchio facendogli esplodere dentro il timpano un’enorme quantità di dinamite.
Da quel giorno ci fu la pace.

Marco A.

Le paure di Marco

Alla sera, dopo che mi sono addormentato ho molte paure.
Una notte mi svegliai perché sentii dei rumori in cucina, avevo paura che ci fossero i ladri e io volevo andare a controllare; ma avendo una perfida immaginazione, pensavo che ci fossero dei serpenti velenosi pronti a salirmi addosso.
Poi mi feci coraggio e andai in cucina e capii che quel rumore era soltanto il freezer.
La sera dopo, per essere sicuro ce non ci fosse nessun ladro in casa, dormii con ben 3 pistole sotto il cuscino.
Poi ho tante altre paure come: i T-Rex, i mostri, i serpenti giganti ecc… ma la mia paura più grande è quella dei ladri.

Marco

Le paure di Francesca

Io penso che ogni essere umano abbia un sacco di paure, soprattutto i bambini.
Le paure sono tutte quelle cose brutte e spaventose che non speri mai di vedere e di subire.
Io ho molte paure ma soprattutto due: i serpenti e i ladri.
Ho paura di trovarmi i serpenti sotto il letto, invece dei ladri ho paura di vederli, perché potrebbero reagire e farmi la “bua”. Poi ho paura del buio solo quando sono da sola, infatti per rassicurarmi tengo accesa una piccola lampadina che poi viene chiusa dai miei genitori. Un’altra paura è quella dei cani grandi, perché ho il terrore che mi saltino addosso… ma anche quella degli insetti!
Se dovessi elencare tutte le mie paure ci metterei una vita!!!

Francesca

Le paure di Beatrice

Se devo fare una lista delle mie paure con essa posso fare un giro completo della scuola; cercherò di sintetizzare! Ho un terrore, il prof Gargano!!!!! La paura degli INSETTI come api e vespe è grande infatti se me ne vedo una intorno urlo come una matta!! La mia paura più grande è quella del buio ogni volta che sono sola al buio in camera credo che una mano mi trascini sotto al letto, infatti e visto “altra paura” che io credo ci sia una tomba sotto il letto apro sempre una piccola luce! Ho molta paura di arrivare in ritardo, ad esempio quando stavo andando in aeroporto avevo il terrore di perdere l’aereo!!!! Quindi, continuare ad elencare paure sarebbe noioso, direi che queste bastano e avanzano!!

Beatrice

La simpatica IA

C’era una volta la IA ,
una classe di matti qua e la!
Con i professori,
ne facevan’ di tutti i colori,
e con Madre Antonia non ne parliamo
anzi meglio che ne scherziamo!
Il suono del flauto,
era come la sgommata di un auto,
e il prof di Francese
non sapeva l’inglese.
Non eran secchioni,
ma dei grandi testoni,
e la più antipatica,
per loro era la matematica.
Stare una giornata in classe lì
era come un viaggio
avanti e indietro fino a Forlì.
Tra le storie vi raccontiamo
una snervante gita a Milano.
Eran contenti di partire,
fino all’ arrivo di Starnutire,
un loro compagno,
che ad ogni starnuto
faceva uno stagno.
In pullman una bimba sarda,
faceva i bisogni, un lago di Garda!
La gita finì
e di tutti gli alunni il prof.
fece un supplì.

Beatrice e Francesca

La mia classe

La mia classe è formata da 20 alunni; 10 maschi e 10 femmine. Per 12 materie abbiamo 6 professori/esse. Nella nostra classe 1B, c’è la Swatha che viene dall’India, Marco C. che viene da Volpago, l’Anastasia che viene dalla Russia; il resto della classe abita qua vicino.
La nostra classe è bella, ricca di cartine geografiche, cartelloni…
E abbiamo avuto (per fortuna) i professori più buoni e pazienti con noi.


CHE FORTUNA!!!!!!!!!!!!!!

Alberto C.

L'albero secchione

C’era una volta un albero, Secion de Secioni, che era secchione, ciccione, legnoso. Questo albero faceva parte dell’A.I.S.E. (Associazione Internazionale Secchioni d'Europa). Egli viveva in un‘isola, Sillaba, che apparteneva all'arcipelago delle Lettere, nella città di Parola. Tutti i bambini andavano a mangiare le mele di Secion, perché così non serviva andare a scuola, dato che le mele davano tutta la sapienza sufficiente. A forza di mangiare mele, queste si esaurivano perciò Secion fu costretto a non regalarne più. Allora i bambini organizzarono una rivolta: presero una scala e andarono a protestare. Il più ignorante cercò di salire sui rami di Secion, senza sapere che esso possedeva dei rami mobili!! In un secondo si ritrovò appeso a testa in giù: Secion lo sgridò molto accuratamente, dandogli degli sculaccioni con le foglie. Il ragazzino scappò via correndo, dicendo: “L’albero dalle mele sagge è diventato cattivo, non ci vuole più aiutare!!!”. Secion gli rispose: “Ma non è vero!! Io non cedo le mele a nessuno, perché me ne sono rimaste solo quattro”. Da quel giorno, a causa delle parole del pestifero bambino, tutti non rivolgevano una sola parola all’albero: qualcuno cercò addirittura di tagliarlo, (in quel periodo i mobili con stampate le lettere erano l’ultimo urlo) ma con vana speranza. Fra tutti gli insulti Secion era molto triste.Un giorno il ragazzino più timido della città ebbe una bellissima idea: piantare i semi di una delle quattro mele rimaste, in modo da far crescere tanti alberelli simili a Secion, così tutti i bambini avrebbero avuto mele a volontà. Con l’aiuto di altri ragazzini, questi semi vennero piantati e crebbero quattro splendidi alberelli intorno a Secion.Così tutta la città di Parola, dell’isola Sillaba, nell’arcipelago delle Lettere, tutti furono felici. Parola di Secion de Secioni, l’albero più sapientone del mondo!!!!!

Sara e Swatha

mercoledì 2 aprile 2008

Una giornata a sciare

Un venerdì, finita la scuola, io e la mia famiglia partimmo per la montagna.
Sabato andammo a Sesto a sciare. C’era tantissima neve che scendeva e nevicò dalle nove di mattino alle cinque di sera, proprio quando stavamo sciando!!!!!! Faceva un sacco di freddo, ma fu una bellissima esperienza.
Eravamo stanchissimi e arrivati a casa mangiammo e andammo a dormire.
Il giorno dopo, siccome nevicava tanto e temevamo di affrontare un lungo tragitto ci recammo a sciare vicino in una bella pista vicino a casa nostra.
La neve era bellissima, perché non c’erano lastre di ghiaccio, ma solo neve fresca, fresca, appena caduta. Sciammo dalla mattina al pomeriggio senza interruzioni, e tutti i salti e le stradine le facemmo tutte. La sera eravamo stanchi e così ci riposammo. Lunedì mattina il papà decise di andare a sciare sempre al Monte Agudo. Anche quel giorno sciammo senza interruzioni.

Martedì era giorno di ritorno, ma il papà decise di andare a sciare sul Faloria, che è un monte di fronte al Cristallo. Siccome avevamo il biglietto mattutino sciammo due ore sul Faloria e altre due ore e mezzo sul Cristallo. Sul Faloria facemmo il canalone (pista nera per esperti) e dopo facemmo delle piste rosse. Sul Cristallo facemmo tutte le piste. Erano proprio belle e c’erano tutte le scuole di sci! Mangiavamo in seggiovia per non perdere tempo da sciare. Le seggiovie erano bellissime e veloci. Finito di sciare andammo a casa, mangiammo, prendemmo le nostre cose e partimmo per Paese. Così mi divertii un sacco a sciare ed è stato bellissimo!!

Erika

Il mio cagnolino Milo

Adesso vi voglio raccontare qualcosa del mio cucciolo di bassotto di nome Milo!
Milo è nato a Montebelluna il cinque ottobre 2007. Il padre è campione mondiale e la madre pure. È molto lungo, molto giocherellone e fa tanta, tanta compagnia!!
È veramente un cuccioletto molto carino e molto curioso, infatti quando siamo andati in montagna e il papà ha aperto la stufa per vedere il fuoco Milo si è fiondato con il musetto dentro per vedere cosa succedeva. Per fortuna che il fuoco erta calato e lui non arrivava e perciò non si è bruciato il musetto!!!
Milo è grassetto e la sua coda quando è felice sembra un elicottero che ha fretta. Bisognerebbe vederlo!!
Lui ha un osso che da un mese (siccome non ha i denti grandi e forti) continua e morsicare.
Poi tutte le cose che trova per la casa le ruba, e dopo viene da me a morsicarle perché sa che io non gli levo niente, poi invece facciamo tiro all’orsacchiotto.
Quando facciamo questo gioco lui ringhia e si arrabbia perché non lo lascio stare. Quando io vado via lui mi segue perché vuole giocare con me e si mette dietro a me pancia in su perché vuole le coccole sulla pancia e fare pace con me, e io non riesco a resistere a non fargliele!!!!!
È troppo dolce.

Qua una foto di come sono i bassotti nani. Sono carini, no?
È proprio carinissimo e questa razza è molto delicata perché soffre di cose genetiche e malessere agli occhi.

Così concludo il mio racconto sul mio cucciolotto Milo che vi saluta!!!

Erika

Le paure di Tommaso

Una mia paura potrebbe essere quella di andare a scuola senza i compiti fatti.
Un altra mia paura è che potrebbe essersi nascosto qualcuno nel mio grande armadio.
Allora io alla notte non vedo niente, però vedo la porta dell’armadio socchiusa e penso che ci sia qualcuno che mi sbircia dal buchetto.

Tommaso

Cosa faccio al mare

Al mare faccio un sacco di cose: a quattro anni ho imparato a fare il tuffo di testa non lo smettevo più di fare!!! Poi ho imparato a fare le capriole nell’ acqua e la verticale. Ancora adesso continuo (in piscina) a fare le verticali e acrobazie strane inventate da me. Infatti quest’ estate con delle mie amiche, siccome in piscina non c’era mosca che volava ho portato la radio e ci siamo inventate una bellissima coreografia subacquea con la musica di Jinnifer Lopez. Poi al mare con la nonna faccio il tango e ci divertiamo a guardare il pesciolini sott’ acqua. Solo che siccome c’è tanta sabbia e quando si passa sopra con i piedi si alza una bufera di sabbia i pesci corrono via e non hai neanche tempo di farli vedere alla persona vicina che subito sene vanno nel mare aperto. Poi l’estate scorsa nuotando con il papà al largo una medusa mi è passata in mezzo alle gambe e mi ha bruciato le cosce!!!! Che dolore atroce!! Pensate che ho ancora il segno.
Poi una brutta vespa mi ha punto sul braccio mentre stavo tranquillamente sulla sdraio sotto il sole.
Con i miei fratelli faccio i castelli di sabbia e il papà fa delle bellissime costruzioni, come coccodrilli giganteschi e castelli enormi con mura fortificate. Naturalmente io e i miei fratelli lo aiutiamo tantissimo.

Cosi al mare mi diverto tantissimo perché con le mie amiche, e genitori andiamo tutti i giorni al mare e in piscina a divertirci insieme sempre con tanta allegria e gioia.

Erika

Gita all'areoporto militare di Istrana

Circa un anno fa io, mio fratello e mio papà siamo andati all’aeroporto militare di Istrana. Siamo entrati grazie a un caro amico di mio papà, si chiamava Amedeo. La prima cosa che abbiamo visto è stato un aereo del 1956 che in principio funzionava! Poi siamo passati alla torre di controllo, abbiamo fatto ben 5 rampe di scale perchè l’ascensore era guasto. Appena arrivati in cima siamo entrati in una grande stanza che era piena di pulsanti e pulsantini, levette ecc.
Ad un certo punto ci è capitato che una striscia tricolore ci è passata davanti al vetro della torre, ha fatto tremare tutto!
Poi per salutarci siamo andati a vedere la stanza dei radar: era tutto fichissimo!
Alla fine di questa stupenda avventura siamo tornati a casa che ci aspettava una piccola sorpresa: mia nonna aveva preparato la pizza! Finito di mangiare siamo andati a dormire tutti quanti contenti per quella bella esperienza.

Mattia

La mia fine nei computer mannari

Tutto cominciò la mattina di mercoledì 5 dicembre 2007; ero appena entrato in classe, sentivo che sarebbe stata una giornata speciale!
La prima ora c’era geometria e Marco Gargano entrava a passo di carica promettendo una marea di compiti, ma, fortunatamente non ce li diede, che fortuna!!!
Alla 5°ora avevamo informatica e il prof. Gargano ci aspettava con una sorpresa.
Appena entrati ci sedemmo alle nostre postazioni di lavoro e Gargano ci chiuse la porta a chiave e ci ordinò di accendere i computer; appena accesi, i calcolatori presero vita: avevano i denti da vampiro e il prof. si era mutato in un mostro tipo i mangia morte di Harry Potter.
I computer avevano già divorato tutta la classe e io ero l’ultimo rimasto ma i computer mannari mi trovarono e mi divorarono!
Dopo la mia morte entrò il preside che versò addosso al professore dell’acido muriatico che lo sciolse.
Allora i bambini furono salvi e i computer furono sabotati.

Ora sono da vanti al computer a raccontarvi questa storia...

MA ASPETTA COSA SUCCEDE?...

IL COMPUTER HA PRESO VITAAAAAAAA...

FINE

Mattia

Il mostro sotto il letto

Io quando sono a letto penso che ci siano gli insetti tipo le tarantole e gli scarafaggi, allora io tremo dalla paura. Molte sere sento delle musichette del cimitero e io se le sento chiamo mio papà o mia mamma e dopo quando i miei genitori li ho chiamati loro dicono “cosa c’è”, ed io gli dico niente e allora dopo un po’ mi addormento. Arriva la sera, la notte fonda e quando i miei genitori vanno a letto e io ricomincio a sentire dei strani rumori come le palline che cadono. Io quando sento questi rumori, io per consolarmi dico sempre buona notte, però io se alzo la schiena vedo molte ombre e allora mi spavento. A me non mi piacciono questi scherzetti, e allora è meglio che penso ad altre cose.

Antonio

L'hotel stregato

C’era una volta un ragazzo con degli amici.
Un giorno decise di partire per un viaggio assieme ai suoi amici.
Salirono tutti sulla sua ford mustang e partirono.
Viaggiarono per molto ma in un momento la macchina si ruppe proprio davanti a un hotel.
Decisero di passare la notte dentro questo hotel: tolsero i sedili dalla macchina e li trasformarono in dei letti e le coperte le “prelevarono” dall’hotel.
In quella notte uno si svegliò e andò a prepararsi una camomilla ma si punse con una forchetta e, dato che l’hotel era stregato si trasformò in uno zombie e andò a divorare i suoi compagni ma ... li trovò pronti alla battaglia.
Fu una battaglia lunga e sanguinosa ma alla fine i due ragazzi uccisero il loro ex compagno.
In quel momento però il pavimento si aprì e furono divorati dall’hotel stregato!

Mattia

Il nostro Prof. Preferito

Il prof Gargano è molto simpatico e molto intelligente. Quando interroga i suoi alunni diventano tutti tremolanti e rossi dalla paura. Dalle sue battute gli alunni scoppiano dal ridere e quindi si distraggono. Noi quando ci mettiamo a lavorare seriamente siamo molto simpatici quindi il prof si mette a ridere. Il prof è molto impegnativo, però va molto di fretta.

Quando suona la campanella, il prof arriva in ritardo. Perché?

Lui gioca sempre a Pin pong con Marco e con Riccardo. Ha i capelli biondo scuro, è magrolino, ha gli occhiali con le lenti rettangolari, usa sempre le camicie azzurre con quadratini bianchi. La sua passione è di mangiare gli alunni, soprattutto a noi due.

Lui è il nostro prof preferito. Il prof ha anche promesso che ci porterà a bere una bella birra con i suoi amici.


Antonio e Tommaso